Vita Spericolata
di Giovanni Morelli https://www.facebook.com/profile.php?id=100007930429267

L'inclinazione di un albero viene spesso considerata rilevante ai fini dell'analisi di stabilità. Tra le specie che più frequentemente finiscono vittime di questo pregiudizio ci sono certamente i Pini. I Pini, tuttavia sono specie ad attitudine ruderale, evoluti per radicare in suoli a vario titolo disturbati, incoerenti, spesso declivi. Per i Pini, dunque, l'inclinazione non è un problema, ma una fisiologica risorsa, uno strumento morfogenetico perfettamente integrato nel loro quadro anatomico, morfologico e architettonico.
I Pini sono pronti a condurre una vita spericolata.
Nella slide si vede un giovane Pino d'Aleppo spontaneo, radicato nella discontinuità di un antico muro (siamo ad Atene).L'albero, di fatto indisturbato, ha naturalmente assunto una postura plagiotropa, parallela alla superficie del suolo e con ramificazione prevalentemente anfitona.
L'apice principale, tuttavia, ha rapidamente ceduto il controllo ormonale ad un vigoroso epitono (freccia gialla nella foto grande). L'organizzazione rameale del giovane esemplare - di fatto improntata ad una incipiente modularità per reiterazione parziale - associa una modesta captazione di energia (naturale aerodinamicità) ad una elevatissima dissipazione in caso di sollecitazioni eoliche, riducendo altresì l'oscillazione della struttura per auto-smorzamento (dumping). La poca energia captata - già parzialmente dissipata attraverso la naturale torsione degli assi legnosi le cui fibre godono di un andamento spiralato - giunge infine al colletto, dove una sorta di piedistallo costituito da fibre ripiegate su loro stesse (foto piccola nel riquadro) funziona da ammortizzatore, garantendo la pressoché totale immobilita delle radici. La roccia, praticamente, non riceve energia.
Del peso, poi, il Pino non si preoccupa: tutto è mirabilmente compensato dal pretensionamento dei tessuti legnosi.
I Pini - come molte altre specie - sanno reggersi ovunque. Tanto inclinati da apparire sul punto di cedere.
Tanto inclinati quanto stabili.
Sono meccanismi di autosostentamento delicati, quasi una danza ...Il "vostro" Pino li ha dimenticati.
Il Pino che in vivaio ha subito la precoce amputazione del fittone; quello che, ormai troppo cresciuto (ah, il "pronto effetto" ...), fu messo a dimora in una buca che a stento poteva definirsi tale; quello con le poche radici superstiti immerse in un substrato che nulla ha a che vedere con quello per cui si sono evolute; quello interrato; quello scavato cento volte; quello potato per elevarne l'impalcatura, per ridurlo, per abbassarlo, per svuotarlo (così il vento attraversa la chioma ...); quello a cui, in tutti i modi, avete ripetutamente mancato di rispetto.
Ecco, "quel" Pino si inclinerà patologicamente. E la sua inclinazione non sarà una danza: sarà una condanna.
Il "vostro" Pino cadrà. Cadrà incompreso. Una vita spericolata va lasciata vivere indisturbata a chi la sa condurre.